1° Giorno (22/12/2003)
La sveglia non suonò, ma per fortuna siamo partiti con solo
mezz'ora di ritardo. Il parcheggio convenzionato è piuttosto sfigato,
gestito da pensionati. Poi abbiamo aspettato i biglietti nella zona
sbagliata. Poi siamo partiti in ritardo. Con la sosta a Roma, obbligati a
uscire in zona transfer con ulteriore controllo al metal detector e nuova
fila al gate!!! Loro, i cinesi, sono tutti vestiti di nero, fanno un gran
casino e stanno appiccicati come pinguini al polo sud. Per loro le file non
esistono, o meglio, sono fatte per essere penetrate e sconbussolate da
miriadi di esserini sguscianti. Notte in volo bruttina.
2° Giorno
Malconci e rincoglioniti, arriviamo a Pechino in una
splendida giornata, ventosa ma soleggiata. Usciti, aspettiamo la guida. Dopo
10 minuti scopriamo che la guida ci stava aspettando all'uscita accanto.
Comunque... Mingo Liù è un cinese sfigatello con un approssimativo italiano,
ma sorride sempre e manda continuamente SMS a non so chi. L'autista è una
simpatica signora con una pessima permanente. Pranzo in locale tiratissimo
con menù di carni, verdure e zuppette molto vario. Bene bene, si mangia. Al
pomeriggio visita al Tempio del Cielo, belle costruzioni del periodo d'oro
di Pechino, con maioliche smaltate e bei legni colorati. Nanna di un paio
d'ore, alla fine delle quali il pigolo si sveglia gridando:" Pigola, guarda
sul muro quell'enorme ragno rosso che si muove!" C'era qualcosa di
allucinogeno nelle poche cose mangiate dal maschio? Forse erano state le
lacche visitate al pomeriggio (strana, complicata e lunga lavorazione).
Holiday Inn con buffet serale, molto ricco, vario e buono.
3° Giorno
Partiti alle 8 e 30, ora umana. Passeggiata per la via
sacra: interessante. Poi visita alla zona delle tombe dei Ming. Sole,
freschino, poca gente in giro. Costretti a stare seduti a pranzo davanti a
piatti improponibili per il pigolo e abbastanza allettanti per la pigola per
oltre un'ora e mezza perchè l'autista vuole riposare (?!?). La Grande
Muraglia è proprio bella, ma ventosissima. Abbiamo scalato la parte meno
affollata (perchè più ripida) e siamo caduti nelle mani di ambulanti. Poi lo
scandalo: Ming ci voleva portare a cena alle 17!!! Poiché avevamo finito il
giro presto, per perdere tempo nel tornare non avevamo preso l'autostrada,
ma il pigolo si è imposto: sosta in camera e uscita alle 18 e30. Cena con
anatra laccata alle otto di sera.
4° Giorno - Natale
Mezz'ora per scoprire che il volo Xian-Guilin è stato
pagato, ma non c'è il biglietto. Si va, comunque, a visitare il Palazzo
d'Estate: lago e collina artificiali con vari palazzi sparsi, incantevole
nonostante il lago ghiacciato coperto di polvere grigia. Bella passeggiata
romantica seguita da visita alla fabbrica della lavorazione delle perle e
dal solito pranzo, questa volta un po' meno ricco (solo sei portate!). Poi
si va in Piazza Tien'men, enorme e spazzata da gelidi venti polari, piena di
militari e di gente che viene da tutti gli angoli della Cina. Da qui si va
nella Città Proibita. Moduli uguali ripetuti nei vari padiglioni, memori di
infinite memorie. Freddo terribile e ritorno in albergo nonostante avessimo
previsto un'incursione pomeridiana in un centro commerciale, per avere
un'idea di come è il centro di Pechino (il nostro albergo è in periferia).
Dormitina seguita da massaggi alla testa e alle spalle (in realtà anche alle
braccia e alla schiena) nella SPA dell'albergo. Ottima cena al nostro
buffet: il pigolo si è mangiato il corrispondente italiano di 25€ di
gamberi!!!
5° Giorno
Alle 9 e mezza si và. Il Tempio del Lama, vecchia dimora
imperiale donata al Lama. Tra storie varie di "dinastie" e nascite di
imperatori si arriva, come sempre alle 11 e 45, a pranzo. In aeroporto
lasciamo le mance in due buste, una alla guida ed una all'autista come
indicato nella guida. All'uscita del gate ci prendono i trolly per un
improvvisato check-in sul posto. Vedremo.... Incredibilmente all'arrivo
ritroviamo i valigini con dentro ancora l'ombrellino. La nuova guida, Carla,
non ci stava aspettando perchè sapeva che eravamo in ritardo... Xian è molto
meglio di Pechino, l'albergo è in centro, circondato dalle luci dei centri
commerciali. La cena a base di ravioli è tuttora un mistero per me, coi suoi
riti e i suoi tempi. Molto particolare
6° Giorno
Mattina al Mausoleo del Primo Imperatore della Cina a
Lingtong. Ops, prima siamo saliti sulle mura della città immerse nella
nebbia delle nove. Al Mausoleo c'è stata una rappresentazione "storica" con
mimi e musica. L'esercito di terracotta poco distante è davvero bellissimo:
tre fosse, di cui due enormi con figure spettacolari. Pranzo (terribile) al
buffet del museo. Nel primissimo pomeriggio visita in città alla Pagoda
della Grande Oca Selvaggia: anche qui leggende e Buddha. Alle 14 e 45
eravamo liberi e, su consiglio di Carla, abbiamo fatto il massaggio ai
piedi. Grande goduria. Passeggiata, poi sosta in albergo, poi chips al Mc
Donald's e di nuovo passeggiata.
7° Giorno
Giretto per la viuzza degli artisti calligrafi: comprato due
belle iscrizioni ("Sorridi sempre davanti alle avversità" e "Osserva il
silenzio"). Pranzo horribilis al 20° piano di un bell'albergo e poi
passeggiata in una viuzza di mussulmani già vista ieri dopo cena. La Moschea
è molto bella, un po' diversa nei fregi e nelle sculture, decisamente più
occidentale. Poi, poiché era presto, la visita al piccolo esercito di
terracotta; forse la guida ha fatto la cresta sul biglietto... comunque le
statuine sono carinissime. All'aeroporto la guida ci ha fatto saltare la
fila (potenza della mancia?). Volo ok. All'arrivo a Guilin ci accoglie una
giuliva Lì, che ci porta su una macchina presidenziale con le bandierine
all'albergo, tutto illuminato a festa. Cena anche con strudel!! Passeggiata
romantica sul fiume.
8° Giorno
Alle 8 e 20 si sale nella macchina. Alle 10 si parte con il
battello sul Fiume delle schegge di Giada". Purtroppo in questa stagione c'è
poca acqua, per cui i montagnoni, avvolti pure dalla foschia, perdono parte
del loro fascino. Però il tutto, col sole caldo a mezzogiorno, risulta molto
piacevole. Dopo quattro ore siamo di ritorno. E allora via a visitare la
grotta del flauto di bambù vicino alla città. Il pranzo sul battello è stato
saltato del tutto dal pigolo, in realtà era passabile. La grotta è bella,
grande e calda. Poi visita ad una fabbrica di perle (e 2!). Indi
pennichella. Poi cena cinese (con suspance sul pagamento, da scoprire
domani) in hotel, buona, seguita de passeggiata in centro.
9° Giorno
La cena non l'abbiamo pagata, ma l'acqua sì... La mattina è
grigia e rimarrà grigia per tutto il giorno. All'arrivo all'aeroporto di
Shangai si presenta una specie di Avaro Vitali cinese, orribile, con un
occhio semi chiuso e una parlata unica. Ne ha per le palle, come dice
Andrea. Ci sfinisce parlando di Suzhou e di Tongli, paesino patrimonio dell'Unesco.
Dopo un pranzo un po' diverso andiamo a visitare la "Venezia del Nord"
(?!?!). L'acqua dei fiumi è inguardabile, ma il paesino è carino anche se
assomiglia più a Comacchio che a Venezia. I palazzi nobiliari sono eleganti
e la specialità del luogo sono le pantofole all'uncinetto. Alle 18, se Dio
vuole, in mezzo ad un traffico terribile, siamo in albergo a Suzhou. Dopo la
cena edibile, abbiamo visitato il centro commerciale, davanti all'albergo,
più economico del mondo.
10° Giorno - Ultimo dell'Anno
Al Giardino della "Politica dei Semplici" (o
"dell'amministratore umile") ogni singolo dettaglio è curatissimo.
Confucianesimo (se il governo è cattivo, coltiva il tuo orto, o ritirati in
meditazione da eremita) e Taoismo (rifugio bella natura) ci sono tutti; così
come l'elemento preso in prestito dalla natura, l'artificialità che nasconde
il colpo d'occhio, il bisogno di rimirare tutto da più angolazioni, al
contrario, da un "obiettivo" forzato ed unico (vedi le finestre a cornice,
gli specchi ecc. ecc.). Anche il Giardino del Maestro delle reti (più
piccolo, ma delizioso) è affascinante. Io sono incantata, invece ad Andrea
non piacciono molto queste cose. Alla ennesima fabbrica, questa volta della
seta, abbiamo visto la sua lavorazione, davvero interessante e istruttiva.
Pranzo occidentale (tragico!!!) preceduto da spese pazze in sete per me,
suocera e mamma. Al pomeriggio visita alla collina della Tigre, con
splendido giardino di bonsai e una vecchissima pagoda buddista. Al ritorno
in albergo scopriamo di aver speso 60 €uro per un cenone che in realtà non
ci sarà... maledizione ci toccherà andare a letto alle 10 di sera anche
l'ultima notte dell'anno!!! Dopo una passeggiata di vari km e una doccia
ristoratrice eccoci alla "grande cena" (il Cenone per i cinesi): buffet al
28° piano panoramico dell'hotel (l'ultimo piano che ruota su sé stesso) dove
i famelici giapponesi hanno già mangiato tutte le cose più buone. Alle 22 e
45 a nanna dopo aver rintuzzato le proposte della guida del gruppone.
11° Giorno
Buon Anno!!!
Si parte alle 10, si passa a prendere due fetidi luch-box da un altro hotel
e ci si avvia in stazione poco prima delle 11. Sun (la guida) manco saluta.
Poi, dopo la mancia (ridotta rispetto a quanto preventivato), si presta
(deve!) ad aspettare con noi nella sala di prima classe, prima di spedirci
come pacchi alla prossima guida ad Hangzhou. Il treno è in ritardo, in
realtà non esistono la prima e la seconda classe, ma la classe con i sedili
duri e quella con i sedili morbidi. Comunque si sale. Dopo un'ora apriamo i
luch-box: 3/4 della roba è edibile. L'agonia dura quasi 4 ore, dopodiché
scendiamo a Hangzhou. Ci aspetta You, col loquace e allegro hë
(?), che ci porta prima alla pagoda delle 6 Armonie (con le riproduzioni
ridotte di tutte le pagode più famose in Cina, sparse per la collina), poi
ad una fabbrica di tè verde dove ci fanno provare l'inebriante bevanda.
Cediamo e la compriamo per Brunino: costosissima! Ecco come fare: acqua a
85°, 1 cucchiaino a testa di tè, versare con tre fiotti l'acqua calda nella
tazza (i tre inchini della fenice) e bere entro 24 ore. Questo è il tè più
buono, raccolto prima del 5 aprile! L'albergo è in zona centrale, con uno
splendido buffet con aragostine, ostriche, pesci vari, formaggi (!),
affettati e gelato (!). Passeggiata in centro dopo cena. Stasera Andrea
studierà quello che You ci ha insegnato (lei è modello istruttrice tedesca,
interroga sempre).
12° Giorno
Puntualissimi ("d'accordo?" è stata perentoria) andiamo alla
antica farmacia della città, circondata da negozietti ricostruiti secondo lo
stile fine '800. Sul battello ci facciamo un breve giro sul lago, con
passeggiate varie anche sulle isolette. Se non altro c'è il sole... La
collina volata giù dal cielo è piena di Buddha di ogni forma, stile e
dismensione, abbastanza belle. Il tempio buddista non è un granché, ma You
si prodiga a raccontarci un mucchio di cose. Il drago è ubiquo. A pranzo la
roba è inimmaginabile e il pigolo ordina, tramite le guida del gruppone di
italiani, una aragosta... che ci arriva, stupenda, tutta a pezzettini, ma
cruda!!! Alcune parte della testa si muovono ancora. Scomparso il nostro
traduttore arriva la nostra guida, che, su nostra richiesta, riesce a farla
cuocere. Ci arriva bollita in una ciotola con una tremenda sguazza.
Terribile. Lasciamo tutto lì, ma il conto è salato. Riprendiamo il treno; è
lurido, ma dopo due ore siamo a Shamgai. La nuova guida, Giacomo, è sgagiato
e veloce. La cena alle 19 è deludente in un ristorante del centro, mentre
l'hotel è in periferia. I grattacieli sono belli. Passeggiata dopo cena.
13° Giorno
Il vivace Giacomo comincia in taxi una discussione con
Andrea sul lavoro in Cina, in Italia e la concorrenza ecc. Andrea lo pungola
e lo provoca. A malapena la guida ci illustra lo splendido quartiere
vecchio, il delizioso giardino (piccolo ma molto diversificato e fantasioso)
Yu You, e poi il deludente tempio del Buddha di Giada, dopo però c'è uno
splendido Buddha seduto, davvero bello. Visita alla fabbrica del cachemire,
dove però non compriamo niente. Il pranzo a buffet è un BBQ, terribilino
anche lui. Alle 14 siamo al museo, ci facciamo lasciare lì e usiamo l'audio
guida. Il museo è notevole: la sala dei bronzi, delle ceramiche e dell'arte
delle minoranze etniche sono bellissime. Alle 16 siamo in cammino per il
centro. Arriviamo a Nanchino Road, la strada dello shopping. Sosta per un
gelato. Alle 19 siamo a far spese, poi sul Bund (lungo-fiume) che già
avevamo visto alla mattina, ma ora tutto illuminato è molto bello. Taxi
volante e alle 20 siamo in albergo stancucci assai.
14° Giorno
Colazione con calma (per modo di dire, alle 9 e 12 hanno
cominciato a togliere quel poco che c'era). Alle 11 eravamo già in macchina
con "bubanone" Giacomo Xian, diretti verso l'aeroporto. Niente mancia al
bubanone dopo che ci ha detto quanto guadagnava e che il mestiere di guida
era una copertura per tutto il nero che faceva. Fila per il check-in, fila
per la dichiarazione per la SARS, doppi controlli ai bagagli. Finalmente
sull'aereo dopo una spesa folle in souvenir. 12 ore di viaggio, seguite da
un'ora fermi prima di poter scendere più incursione al terminal 2 per
controlli SARS per poi ritornare al terminal 1 per poter uscire. Falsi
allarmi sull'aereo per far scendere (prima quelli per Milano o per Roma?)
scaglionati. Colazione a mezzanotte all'Autogrill.
Note Finali
Duo o tre cose che so dei cinesi...
- guidano in modo spaventoso, le città hanno un traffico mai visto, esiste
un codice di comportamento tra moto-macchine-bici-furgoni ecc ecc che a noi
sfugge, suonano il clacson in continuazione, ma di incidenti seri non né
abbiamo visti.
- non sanno conversare a voce bassa o normale, fanno un casino spaventoso a
voce stentorea e sembrano sempre inopportuni.
- starnutiscono, ruttano, tossiscono e sputano senza mai coprirsi la bocca
con una mano.
- non riescono a spostare i piattini di portata, durante un pasto, in modo
da creare uno spazio sufficiente per un nuovo piatto da inserire; devono
spostare impercettibilmente tutti i piattini e guai a cambiare di posto un
piatto di portata per fare un varco: ti fulminano con uno sguardo
assolutamente riprovevole.
- appena entri in un laboratorio (perle, giada, seta, ecc.) uno spettro ti
segue per tutto il percorso: per quanto veloce tu possa essere a saltare da
un banco ad un altro, a virare di 90 gradi, a fare finte per fregarlo, ti
troverai sempre il tuo spirito guida.
- il concetto di fila non esiste e forse non esisterà mai nella testolina
del cinese. A piedi, in bici, in macchina; ogni distrazione che impedisce di
partire a razzo al verde, ogni varco minimo lasciato tra te e quello davanti
al check-in, ogni buchino che si crea nel serpentone del traffico è
un'occasione ghiotta per infilarsi, insinuarsi, incunearsi, inserirsi,
svicolare. Il colmo, riescono persino ad incastrare una casa per il lungo
nello stretto spazio tra due case adiacenti.
- contrariamente a molti orientali, questi non sanno cosa sia il sorriso;
non ringraziano mai, non rispondono ai tuoi ringraziamenti con nessun cenno
ne' con un sorriso; neppure quando dai loro la mancia, al massimo di dicono
"OK".
Oria Zanzi
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