1° Giorno (29/06/2001): Bologna - Ancona - Traghetto per
Igoumenitsa (227 km)
Prot. prot, brum, brum. Molto bene il viaggio, Moto comoda.
Ricevuti complimenti all'autogrill da un papà in estasi.
Tutto ok anche la permanenza in nave; nave nuovissima, bella, veloce.
Mangiato anche bene al self-service (?!?). Pigolo dolce e ben disposto.
Cabina di lusso; comodissima con acqua e frutta in camera, luci
megagalattiche, doccia gigantesca. Mare calmissimo. Dei signorini, proprio
dei signorini.
2° Giorno: Igoumenitsa - Kavala (667 km)
Alle 5.45 i pigoli erano già in sella. Uno spiraglio di luce
un'aria caldina ci hanno accompagnato per un paio d'ore. Un gelato alle
Meteore come colazione. 30-40 colpi di sonno hanno devastato l'equilibrio
mentale e fisico della pigola. All'Ocean View, a parte
la spesa per B&B, la sorpresa dei lettini in spiaggia a pagamento. Puah!
Dormitona al sole e poi via a cercare un ristorante per la cena (il pranzo,
alle 3, è stato la solita greek salad). A Nea Penoma abbiamo mangiato pesce
sulla spiaggia (lucci e cozze). Stanchi ma soddisfatti abbiamo deciso che
l'albergo, che tante volte ci aveva accolto, non ci meritava e di partire
perciò domani.
3° Giorno: Kavala - Istanbul (431 km)
Alla frontiera greco-turca c'erano 5 diversi uffici da fare,
ma noi siamo riusciti a visitarli 8 volte. Le strade sembrano migliorate, ma
il traffico vicino ad Istanbul è micidiale. Troviamo un hotel, proprio
bellino, piscina, colata di cemento per prendere il
sole a pelo sull'acqua dei Dardanelli, camera ben rifinita. Pieno di russi,
ahimè! Carino tanto da decidere di mangiare qua, a buffet, su terrazza sul
mare e tramonto sul Bosforo. Wow!
4° Giorno: Istanbul - Safranbolu (493 km)
Si lascia l'Europa e si entra in Asia. Tanta autostrada e
poi un po' di "montagna". Avvicinandoci a Safranbolu il
paesaggio cambia un po'; c'è una spaventosa Coketown (o Carbonia) ma poi si
arriva alla cittadina prescelta per dormire che è proprio carina. Hotel
favoloso; una vecchia villa ottomana con vasca interna
e splendide stanze; tappeti, vasi, ottoni, tutto è confortevole, e il legno
che cigola non lo senti neanche. Giretto per la città con relativo
abbordaggio da parte di un venditore di vecchie cosa contadine che si
esibisce in un massaggio sul braccio e sulla fronte della pigola. Caffè in
tipico locale. Cena sotto il pergolato dell'hotel (con mici).
5° Giorno: Safranbolu - Sinop (433 km)
Prima tra valli e ruscelli. Poi su costoni battuti dal vento
e tra villaggi polverosi e squallidi. Belle le montagne, ma la strada...
chidere al pigolo per un commento! Ha attraversato la strada di tutto un
po', cercando di finirci sotto le ruote: polli, mucche, vitelli, esseri
quasi umani, tartarughe, cani, bisonti, somari, muli. Col culo quadro e
crampi ovunque, siamo arrivati a Sinop, vivacissima
cittadina piene di femmine senza religione. Cena sul porticciolo e notte
rumorosa.
6° Giorno: Sinop - Trebisonda (526 km)
I culi protestano dopo 6 giorni a cavallo della moto. La
strada per fortuna è migliorata; si gira molto a livello del mare (il Mar
Nero), e i paesi sono attaccati l'uno all'altro. C'è qualche spiaggetta di
sassolini e le montagne sono più dolci. I trattori regnano uber alles.
Trabzon (l'antica Trebisonda) è incasinata assai, ma siamo arrivati
all'hotel senza sbagliare strada. Nella passeggiata pomeridiana la maglietta
della femmina ha suscitato scalpore e, nelle donne irriducibili, un certo
disprezzo. Cena in lokantasi dignitosa più gelato.... (?!?)
7° Giorno: Trabzon
Dopo un'arrampicata a vedere una triste chiesuzza in cima al
vallone, il pigolo si rifiuta di vedere altre moschee in città. Si va allora
a visitare una casa indicata come bella e si scopre che è il museo niovo di
zecca di Trebisonda. A metà della visita prima scarica di sgaragnaus della
pigola. Seconda e terza in albergo. Nel frattempo, passeggiata per i
mercati della città. Pomeriggio in camera per la quarta
scarica. Shopping del pigolo e sosta alla "nostra" pasticceria prima di
cena. Ancora una lokantasi.
N.B.: Quante volte abbiamo passeggiato per la strada che arriva al ponte?
Risposta del pigolo: "Forse 50".
8° Giorno: Trabzon - Erzurum (436 km)
La giornata comincia con una bella cosa (la
basilica bizantina di Trebisonda) e continua con un'altra bella cosa
(chiesine bizantine). Poi dal fascinoso torrente che scende dalle montagne
del monastero si passa alle montagne brulle baciate da
un caldo sole. Splendidi i fiori di campo. Quindi è altopiano, l'incontro
con i bimbi sfaccendati davanti ad una tomba e l'arrivo a Erzurum. Qui ci
accoglie la pioggia appena mettiamo fuori il naso per andare a visitare la
città. Riparo al seminario dei minareti gemelli,
splendida costruzione con bar accluso. Poi... la terribile scoperta... il
bimbo (la moto ndr) ... Un sasso ha rotto il fanale
anteriore!!!!
9° Giorno: Erzorum - Yusufeli - Kars (399 km)
Paesaggi grandiosi; dal tavoliere di
Erzurum al fondo valle di montagne dalle rocce colorate. Poi sul fondo di un
canyon, sempre accompagnati da fiumi o ruscelli di
tutti i colori (a seconda delle rocce e dei minerali). Strada bella (tranne
l'incursione per andare a vedere le rovine di una chiesa georgiana "vicino"
a Yusufeli); qui le imprecazioni del pigolo hanno riecheggiato nella valle.
(Commento del Pago: "Moto nuovissima e stracarica per un totale di quasi 500
chili, da grandi autostrade tedesche... e mi trovo su di una strettissima e
polverosissima e sterratissima mulattiera, dove in caso
di incidente nessuno ci troverà mai, neppure la Europe Assistence, alla
ricerca di una stramaledetta chiesetta in rovina da oltre mille anni, MA
LASCIAMOLA STARE LI' DA SOLA!!!"). E poi di nuovo altopiani e posti di
blocco. Ed eccoci a Kars. Cena luculliana in hotel.
10° Giorno: Kars - Ari - Dogubayazit (312 km)
Al pigolo è piaciuto molto il museo di Kars (soprattutto la
sezione antropologica). Davvero bella invece la cittadella fortificata con
la chiesa sottostante (foto, foto, foto!!!). Niente foto invece ad Ari (zona
militare a 100 metri dal confine armeno); lunga camminata all'interno,
visione spettacolare da lontano. Quanti posti di blocco
abbiamo passato? Per diletto o per necessità (le torrette di avvistamento da
entrambe le parti sono davvero vicine) per tutta la strada ci hanno
controllato. A Dogubayazit l'atmosfera è migliore di quanto ci aspettavamo e
il Palazzo del Pascià è magnifico. Vista
dell'Ararat. Incontrata coppia di studenti di Venezia
che viaggiano in dolmus e con la Lovely Planet come Bibbia. Cena in
lokantasi squalliduccia (mosche e strani insetti).
11° Giorno: Dogubayazit - Hordu - Van (373 km)
Paesaggio monotono, rispetto agli
ultimi giorni. Bambino che ci lancia un sasso, uomo che ci maledice, ragazzo
che fa finta di spararci... siamo nel territorio curdo! La gente non è
carina come quella incontrata finora... Lasciati gli ultimi posti di blocco
e mollate le borse all'hotel, voliamo a vedere due castelli
in squallida zona poco abitata. E poi a vedere la chiesetta di
Akdamar; attesa di due ore e mezza pre prendere la
barca ( un tot lo passiamo al ristorante delle mosche). La chiesina è un
bijoux, peccato che all'interno non ci sia rimasto più nulla. Ritorno
immediato con barca vuota (che c..o!). All'hotel scoperta orrenda, la moto
si è divorata tutto l'olio motore! Dopo disperato girovagare il pigolo trova
olio buono alla Toyota. Cena super-luculliana al ristorante dell'hotel.
12° Giorno: Van - Urfa (572 km)
Partenza al freschino e arrivo in un caldo infernale. Lungo
la strada vari posti di blocco, postazioni di sentinelle armate ad ogni
curva del canyon dopo Bitlis, caldo crescente. A proposito di Bitlis, la
cittadina annovera vecchi edifici davvero pittoreschi. Si tira dritto e si
giunge a Sanliurfa con un vento caldissimo. Visita alla città facilitata dal
fatto che il lussuosissimo hotel in cui alloggiamo (il più costoso della
città...) è nella zona "calda"; moschee, cittadella, grotte e, soprattutto,
vascone con le carpe sacre. Dove mangiare per evitare
la salmonella o semplice dissenteria? In hotel e... sorpresa... la cena era
compresa nel prezzo!
13° Giorno: Urfa - Kiskalesi (591 km)
Primo sito: rimasto poco e per un prezzo allucinante (Hierapolis
Castabala).
Secondo sito: molto bello, ma non si poteva fotografare (con tanto di
controllo personale) a Karatepe. Poi strada e caldo, caldo e strada. Fino a
Kiskalesi dove abbiamo fatto due bagnetti sulla
spiaggia davanti all'hotel scelto (lo stesso di anni fa). Acqua non male,
sabbia sporchina. E poi la drammatica ricerca di un posto dove mangiare -
stendiamo un pietoso velo sul tutto. Dopo cena in piscina ad ascoltare il
cantore locale.
14° Giorno: Kizkalesi - Cavuskoy (616 km)
Partiti dopo abbondante colazione, alla ricerca di ruderi
storici e artistici. Trovati a Diocesarea, coi residui
di due templi piuttosto interessanti. Il pranzo (due
insalate + due patate + due birre) è stato consumato sotto un bel pergolato
fresco e riposante (e l'abbiamo pagato, oh, se l'abbiamo pagato). Per
continuare bene ecco la multa per eccesso di velocità e la benza con
commissione (benvenuti nella zona più turistica della Turchia). Trovare
Cavuskoy è stata un'impresa, ma ce l'abbiamo fatta,
ripagati da un posticino tranquillo e da una buona scelta di buffet per
cena. Serata piacevole e notte con aria condizionata!!!
15° Giorno: Gita a Kemer (120 km)
Mattina in spiaggia. Venticello gradevole. Primo pomeriggio
in camera, poi via in moto a Kemer a mangiare gelato e a cambiare soldi.
Bagnetto delle 18:30 e si aspetta la cena. Alcuni disguidi caratterizzano la
cenetta .
16° Giorno: FERMI (0 km)
Mattina in spiaggia. Gelato e acqua per pranzo. Pennichella.
Pomeriggio tardi in spiaggia. Ci si prepara per abbuffarsi a cena, dato che
si spende uguale, se non meno, a prendere le stesse cose alla carta. Menù
serale: 2 antipasti, 2 chips, due grigliate miste, 3 birre e un frutto
misto. gonfi come otri i piccini si fiondano a letto dopo le due ore e mezzo
spese seduti al tavolo.
17° Giorno: Cavuskoy - Cesme (701 km)
Scoperto perchè non ci hanno mai rifatto la stanza,
bisognava lasciare le chiavi in reception... E via che si parte, dopo aver
buttato il padrone giù dal letto per pagare. Caldo e sete e sudore. E
multa... Non si trova una spiaggia decente con alberghi decenti e si decide
di tirare dritto fino a Cesme. L'albergo è carino,
belle camere, piscina, ma vogliono i soldi in anticipo, i malfidati! Cena al
porticciolo, abbiamo scelto il posto più pieno di turisti, abbiamo scrofato
con gamberetti e antipastini e ci hanno rapinato per benino.
18° Giorno: Traghetto Cesme - Brindisi
Dopo una notte da incubo per colpa della disco in piscina
con gente ululante che ha danzato con musica assordante fino alle 3 e 1/2, i
pigoli distrutti ed inferociti hanno protestato in reception e hanno avuto
una stanza gratis fino alle tre del pomeriggio per riposare. Mattinata in
piscina, riposino e poi attesa al molo. Conosciuto arabo folle che si è
attraversato: Arabia, Giordania, Siria ed infine Turchia in moto per tornare
dalla mogliettina in Inghilterra. Il traghetto fa letteralmente vomitare,
così come il fatto che si può pagare solo in Dracme e non accettano le Lire
Turche. Oh! E l'incazzatura per pochi metri fatti senza casco con
conseguente multa da due pirla di pseudo chip che si credevano a miami.
19° Giorno: Traghetto
Mattina pigra a prendere il sole. A mezzodì siamo già
attraccati a Patrasso, dopo aver fatto nottetempo Corinto. Rifornimento
della nave e poi...... il nulla. Fermi fino alle 9 di sera (!?!?!). Da
impazzire, visto che la nave non offre nulla di umano e non si può neppure
scendere. Du ball.....
20° Giorno: Brindisi - Bologna
Notte travagliata, con la vecchia carretta che rulla e
beccheggia che sembra un turacciolo in acqua. Alle 7 il pigolo guarda il GPS
e scopre che ci vogliono ancora 5 ore per arrivare a quella andatura da
lumaca. La gente brancola rassegnata. Altri soldi da cambiare per la
colazione, un saluto all'arabo Sharif e ... fermi mezz'ora in rada a
Brindisi. E poi si scende. E viaaaaaaaaa! Alle 19 siamo a casa!!!
Oria Zanzi
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